Descrizione
7 giugno 1936 Alla presenza delle autorità in camicia nera, viene inaugurato:
Cinegiornale Luce del 10-06-1936
Cinegiornale Luce del 03-11-1937
Fuori dalle consuetudini della nomenclatura fascista, il complesso termale è stato intitolato a Pietro d’Abano: filosofo, medico e astrologo, docente nelle università di Parigi e Padova, vissuto a cavallo tra 13° e 14° secolo.
Il fango, macerato con l’acqua termale, viene applicato ai sofferenti di reumatismi articolari e muscolari, di postumi da fratture ossee, inoltre in alcuni casi di nevralgie. Integrativa al fango vi è anche la grotta sudatoria, ai piedi del colle di S. Elena. Possiede caratteristiche uniche nella zona termale euganea: naturale è l’anfratto che si apre nella roccia, naturale è l’acqua termale che scorre sulle pareti e la riscalda, consentendo ai pazienti un bagno di vapore a 45°C. A coloro che sono affetti da riniti, sinusiti e tracheo-bronchiti, viene praticata la terapia inalatoria, con le acque minerali nebulizzate.
Armida Garbin andrà in pensione dopo 33 anni di lavoro, avendo ricoperto diversi ruoli e funzioni: massaggina, fanghina, infermiera, responsabile della refezione; senza dimenticare il suo impegno in qualità di rappresentante sindacale.
Le centinaia di ospiti, provenienti da varie regioni italiane, che arrivavano a Battaglia Terme ogni 15 giorni per le cure termali, erano rigorosamente divisi per genere: o tutti uomini, o tutte donne. Ciò generava dei comportamenti collettivi alquanto diversificati.
Durante il turno maschile, il cinema locale proiettava in prevalenza filmati pornografici, in quanto attiravano l’attenzione di molti curanti mascolini. Il turno femminile rovesciava completamente la situazione. La sera, dopo cena, specialmente nei mesi estivi, quando le signore uscivano dai cancelli dell’istituto, venivano attorniate dai maschietti locali, provenienti anche dai paesi contermini, molto sorridenti e complimentosi, che cercavano di fare amicizia. Tutti con auto propria, offrivano gentilmente una serata diversa, nei luoghi più vivaci ed animati della zona euganea. Qualche signora, a volte spalleggiandosi con la compagna di cura, accettava, e si partiva in due coppie. I racconti postumi, da parte degli spavaldi seduttori, sostenevano che il tutto finiva in approcci molto intimi; la qual cosa ha poi alimentato una serie di dicerie lascive e peccaminose, sul turno femminile alle terme dell’INPS di Battaglia.L’arrivo in contemporanea di un così alto numero di forestieri, aguzzava l’ingegno agli operatori economici locali. Ricordo, in versi sciolti, il gestore di una trattoria.
L’ACCALAPPIATORE
Gironzolava, piano, piano,
in bicicletta,
nei pressi della stazione,
aspettando il treno
dell’una e zero tre,
nei caldi lunedì d’estate.
Dal convoglio scendevano
tanti uomini affaticati,
con giacca scura
e gonfia valigia di cartone,
e percorrevano,
stanchi e sudati,
il viale che conduce
allo stabilimento termale.
Il nostro uomo li avvicinava,
sempre in bicicletta,
ora affiancandoli,
ora andando contro mano.
“Trattoria Al Sole, signori!
All’incrocio, subito a destra.
Spendete poco e mangiate bene!
Cameriera giovane e frutta abbondante!”
Così gridava,
verso la mesta processione.
Uno di quei lunedì,
batteva una forte pioggia:
il solito temporale estivo.
Il mestiere di accalappiare
I clienti, risultava
ancor più arduo e faticoso.
Volle, ad un punto,
affrontare l’avventore dirimpetto:
fermo sul marciapiede,
la bicicletta appoggiata
dietro la schiena,
in una mano l’ombrello,
l’altra si sovrappose
a quella del passante
che reggeva la valigia.
“Albergo Al Sole!”
Disse a voce alta.
Un piccolo strattone,
la valigia si aprì
e i panni affogarono
sul selciato.
“Accidenti a voi!”
Si arrabbiò il viandante.
Rispose subito:
“Venite Al Sole
e la biancheria si asciugherà.”
Da un po’ di tempo sono entrati, nel mercato termale, parecchi gestori privati, con i quali il servizio sanitario pubblico ha stipulato apposite convenzioni, per favorire le cure ai lavoratori dipendenti italiani, che nel frattempo si sono emancipati, socialmente ed economicamente. E’ facile intuire che costoro preferiscano un moderno albergo, dotato di camere con bagno privato, rispetto allo stabilimento INPS, di stampo coloniale, dove il 60% delle stanze sono a quattro o più letti e con servizi collettivi.
Qui le presenze diminuiscono in modo precipitoso. Le cronache locali parlano di un turno composto da 50 assistiti; tenendo presente che i dipendenti sono comunque 200, emerge chiaramente un tracollo gestionale ed economico.
I dirigenti pubblici dell’INPS impiegano dieci anni, per maturare la decisione di mettere fine a quel disastro economico. Non si produce alcun impatto negativo sul piano occupazionale: chi non va in pensione viene trasferito in altre sedi circondariali dell’INPS.
La proprietà passa alla Regione Veneto. Il Comune di Battaglia Terme gestisce in proprio il parco e alcuni piccoli immobili adiacenti, a favore dei cittadini.
Tutte le amministrazioni comunali, succedutesi dopo il 1993, si sono prodigate, purtroppo con esito negativo, nel ricercare nuove idee ed investimenti, atti a riaprire le porte al pachiderma mussoliniano.
Paolo Tessarotto
N O T E
- Le notizie e la foto di Armida Garbin provengono da “Battaglia e le sue storie” (2003) di Paolo Tessarotto.
- Tutte le altre foto provengono dalle collezioni di Giuseppe e Vittorio Bonafè.
- I filmati “Inaugurazione dello stabilimento idro-termale di Battaglia” e “l’inaugurazione di un nuovo padiglione presso lo stabilimento termale” provengono dall’archivio dell’Istituo Luce